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Nella grande tradizione della poesia d'amore, credo che Bolognesi si sia ritrovato non semplicemente per le letture compiute, ma per una partecipazione che rimanda a una dimensione vera e forse totale, situandosi così degnamente nel ricco album di tale versificazione. Dolenti e intense sono le sue parole, segno di un tragitto che scende verticalmente fino al cuore, se il cuore si può prendere sempre come il centro di questa disposizione. Ciò anche se il soggetto amoroso possa apparire perfino invisibile, quasi come si trattasse di un'assenza, di una mancanza, qualcosa di indefinibile che si può richiamare solo partendo dalla sua dissoluzione.